Teatro

Margot Sikabonyi: tra fiction tv, cinema e teatro,... tra Italia e Canada

Margot Sikabonyi: tra fiction tv, cinema e teatro,... tra Italia e Canada

La Sikabonyi ha un curriculum ventennale alle spalle; ha lavorato in teatro, fiction tv e cinema,… ma in realtà è un’artista tutta da scoprire.

Margot Sikabonyi ha appena debuttato a L’Aquila con il suo nuovo spettacolo teatrale “Costellazioni”, del giovane drammaturgo inglese Nick Payne, a fianco di Alessandro Tiberi e diretta nuovamente da Silvio Peroni, giovane e già affermato regista italiano col quale aveva lavorato poco meno di un anno fa in “Cock”, di Mike Bartlett, altro giovane autore inglese.
La Sikabonyi ha un curriculum ventennale alle spalle; ha lavorato in teatro, fiction tv e cinema,… ma in realtà è un’artista tutta da scoprire.
L’attrice italo-canadese-ungherese, infatti, ha iniziato a fare tv a 11 anni e a 18 ha debuttato a teatro con Luca Barbareschi in “Popcorn – Inferno in diretta”, iniziando una carriera che l’ha portata tra l’altro a fare il musical “Aggiungi un posto a tavola”, regia di P. Garinei, con Giulio Scarpati, a lavorare in teatro a fianco, tra l’altro, di Milena Vukotic, “Le donne di Picasso”, diretta da Terry D’Alfonso, e addirittura a presentare un Sanremo Classico 2000. Poi ha studiato recitazione a Parigi e cinema in Canada.

I ventenni e trentenni (ma non solo) di oggi sono cresciuti guardandola in “Un medico in famiglia”, nota fiction per famiglie che è valsa a Margot Sikabonyi anche un Premio Flaiano nel 2003. Per i critici la bella produzione nostrana targata RAI è sempre stata indefinibile per quel suo fondere insieme elementi di sit-com, soap-opera e telefilm, ma a ben vedere, rappresenta uno dei prodotti più riusciti e longevi della tv italiana e di cui, a breve, verrà trasmessa l’ottava stagione.

La ben nota interprete di Maria Martini, dolce figlia di Lele (Giulio Scarpati) e nipote del nonno più amato d’Italia, nonno Libero (interpretato da Lino Banfi), però, oltre a non aver fatto solo questo in campo cinematografico (vanta partecipazioni anche in “I ragazzi del muretto”, “Caro maestro 2”, “I Cesaroni” o “Il commissario Nardone”, per esempio), si sta facendo conoscere nel campo della settima arte anche in Canada (sua terrà d’origine).


1) Margot, so che stai portando avanti dei progetti in Canada. Di cosa si tratta?
M.S.: Ho prodotto e scritto con dei miei amici, l’anno scorso, un film, un lungometraggio. Girato in pochissimo tempo. E’ una storia molto semplice, però per me è stato l’inizio di un progetto che voglio mandare avanti con il Canada perché lì hanno un cinema indipendente pazzesco. Loro hanno la flessibilità di dire “C’hai un’idea? Andiamo e la facciamo!”. Qui [in Italia, ndr] è molto difficile. Ho provato a fare un film a Roma, ci ho messo 5 anni e poi ho dovuto lasciare stare. Invece in Canada, l’abbiamo messo su in due mesi. Girato e messo su, tutto in due mesi! Per cui (visto che io sono canadese, mamma è canadese, ho studiato all’Università di Vancouver, Cinema), ho trovato questo gruppo di creativi coi quali proprio mi sono trovata a casa. Per cui, sperimentiamo, sperimentiamo cinema, io farò parte dei loro progetti, loro faranno parte dei miei… e si cerca di creare un’officina di film, di creatività, insomma.

2) Il teatro, invece, com’è in Canada? Hai provato a farlo in Canada? Anche quello è più semplice che in Italia?
M.S.: Il teatro a Vancouver, no,… a Toronto è fantastico. [Per importanza, nel teatro, ndr] Ci sono New York, Londra e poi Toronto, quindi fantastico… Non è più facile, però. Credimi, non è più facile! Ci sono delle dinamiche strane anche lì. Non è il paese dei balocchi, lì… Però oggettivamente, fare un film in Canada è facilissimo! Farlo qui, è quasi impossibile.

3) Quindi, non sapremo neanche se lo vedremo in Italia questo film?
M.S.: Guarda, io lo sto mandando ai festival. Spero che qualche festival me lo prenda e poi spero che il prossimo, che magari sarà con una produzione un po’ più sostanziosa, verrà visto anche in Italia.

4) Insomma, un film è una cosa particolare, non è come divulgare qualcosa su internet… Io ho visto su Youtube il videoclip di “Room to room” di Steve Dawson del quale tu sei la protagonista. I videoclip musicali messi su internet, tramite facebook vengono condivisi, un film, invece…
M.S.: Brava! Certo, però, un film, un’ora e mezza,… non puoi fare così! Sono 90 minuti di film, quindi non so,… speriamo perché è il mio piccolo figlio!

5) Chi sono i tuoi miti? Cosa guardi al cinema? Cosa ti piace?
M.S.: Penso a delle attrici come Kate Winslet,… Penso a degli attori tipo Leonardo Di Caprio che sono sempre un po’ visti come dei “bambaccioni”… anche Leonardo Di Caprio, ma è un attore di una profondità pazzesca!… Penso a registi come Terrence Malick che ha fatto “L’albero della vita” e un sacco di film meravigliosi, … Penso a Sam Mendes,… Ovviamente, è sempre un po’ America, sempre un po’ Inghilterra, quelli che ti fanno battere il cuore, ma perché c’hanno delle produzioni talmente pazzesche che fanno delle cose talmente pazzesche… Di italiani, è terribile, ma non lo so!

6) In teatro interpreti sempre opere di autori contemporanei. Penso a questo tuo nuovo spettacolo, “Costellazioni” di Nick Payne, ed a quelli immediatamente precedenti: “Cock” (sempre con la regia Silvio Peroni) che era di Mike Bartlett, un giovane autore londinese, “Le donne di Picasso” di un altro autore contemporaneo, Brian McAvera… Sono tutte opere di autori contemporanei e tutte parlano della relazione uomo-donna… E’ una tua precisa scelta artistica o è una casualità?
M.S.: In realtà non è che lo faccio apposta, è che sono i testi che mi parlano di più perché ovviamente essendo contemporanei li sento più vicini. Questo testo [“Costellazioni, ndr] lo sento vicinissimo. “Cock” quando l’ho letto ho detto “Va be’, ma magari fare un testo del genere!” perché sono giovane e finalmente mi sento parte di una verità. Quando vado a vedere i film generazionali italiani sui ventenni mi viene da vomitare perchè io non mi sento così!
Invece, leggere dei testi su dei giovani, scritti da giovani,… veramente mi ci sono ritrovata, per cui la scelta è sempre molto di pancia più che di testa.

7) “Costellazioni” si ispira alla fisica quantistica e presenta più versioni dei momenti cruciali della relazione tra un apicoltore e una studiosa di cosmologia quantistica. Un testo, quindi, molto particolare... Esiste una parola chiave per definire il tuo personaggio?
M.S.: Esuberante… e coraggiosa. Insomma, una persona che deve stare in controllo, ma con grande coraggio, non si lascia andare. E’ esuberante e non si lascia andare. Ama la vita.

8) Quale è un tuo sogno nel cassetto?
M.S.: Ce n’ho un sacco. Ce n’ho veramente tanti… Vorrei vivere in un’isola deserta in mezzo al mare, vorrei fare un sacco di film con i miei amici scritti da noi, pensati per un’umanità migliore,… e un sacco di altre cose: scrivere un libro, avere l’orto…

9): Insomma, sei piena di vita!... Ultima domanda, inevitabile: ci sarà un’altra stagione di “Un medico in famiglia”?
M.S.: Certo! Il 3 marzo esce la nuova serie.

10) Cosa ci dobbiamo aspettare?
M.S.: Be’, guarda, un bel po‘ di cose strane! Si sono inventati un po’ di tutto perché arrivati all’ottava [stagione, ndr], ovviamente bisognava iniziare a mettere un po’ di casino nella famiglia…Maria, il suo fidanzato, arriva un altro uomo, …Insomma, roba molto “soap-opera”, però è quello che va di moda, adesso!

Grazie, Margot!


Per chi volesse avere più informazioni sullo spettacolo ”Costellazioni”, può cliccare sul seguente link:
https://www.teatro.org/rubriche/eventi-abruzzo/a_l_aquila_debutta_costellazioni_con_margot_sikabonyi_e_alessandro_tiberi_35898
e su:
https://www.teatro.org/spettacoli/comunale/costellazioni_1685_24427#recens